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Il designer industriale californiano Reiten Cheng ha sviluppato una macchina per il riciclaggio che può essere stampata in 3D utilizzando istruzioni open source e utilizzata per trasformare le bottiglie in PET in filamenti per la produzione additiva.

Polyformer è stato progettato per rendere più semplice e meno costoso per i produttori indipendenti creare prodotti partendo da materiali di scarto riutilizzati invece di affidarsi alla plastica vergine.

Il progetto è open source, il che significa che un manuale passo passo che ne descrive in dettaglio la costruzione è liberamente disponibile online in modo che possa essere utilizzato e adattato da altri.

Il gadget a forma di L è costituito da parti stampate in 3D combinate con alcuni componenti standard presenti nelle tradizionali stampanti 3D.

"L'intera macchina è stata stampata utilizzando bottiglie in PET riciclate, che le conferiscono un gradevole aspetto traslucido", ha affermato Cheng.

Polyformer è dotato di un utensile per affettare con cuscinetti impilati in grado di tagliare le bottiglie di plastica in nastri lunghi e continui.

Gli utenti possono inserire questi nastri in un cosiddetto hot end, che riscalda, scioglie e alimenta il materiale termoplastico attraverso un ugello in ottone per creare un filamento con un diametro di 1,75 millimetri.

L'estremità di questo filamento può quindi essere montata su una bobina rossa motorizzata, che tirerà il resto del nastro attraverso l'estremità calda e avvolgerà il filamento man mano che viene creato. Una volta piena, la bobina può essere rimossa per essere montata e utilizzata in una stampante 3D.

Polyformer ha un design modulare che consente agli utenti di sostituire facilmente le parti e modificare la macchina a proprio piacimento.

Da quando ha reso pubblico il progetto il mese scorso, Cheng ha affermato che ora ci sono circa 130 persone nella comunità di Polyformer sulla piattaforma di social media Discord, che hanno macchine in costruzione.

Alcuni utenti hanno proposto di aggiungere smerigliatrici in modo che la macchina possa riciclare diversi tipi di rifiuti di plastica, mentre altri hanno suggerito di riciclare cassette e tessuti.

Polyformer fa seguito a una serie di altri progetti open source, come la stampante 3D stampata in 3D di VoronDesign e il kit di pultrusione Recreator3D.

Insieme, Cheng afferma che questo tipo di macchine potrebbero eventualmente contribuire a creare un sistema decentralizzato di produzione e riciclaggio.

"Sto immaginando un futuro in cui i prodotti possono essere fabbricati a casa o in un centro comunitario ed essere riciclati in cose alla fine della loro vita che possono essere riutilizzate per fabbricare nuovi prodotti direttamente sul posto", ha detto Cheng a Dezeen.

"La tecnologia potrebbe non essere ancora disponibile, ma credo che non sia lontana dall'essere possibile se continuiamo a svilupparla e implementarla come comunità."

L’anno scorso, diversi architetti, tra cui Bjarke Ingels, hanno collaborato a un progetto open source per realizzare visiere protettive contro il coronavirus stampate in 3D per i lavoratori ospedalieri.

Ingels ha sostenuto che la pandemia ha messo in luce “le carenze della catena di approvvigionamento tradizionale” e che la produzione locale decentralizzata potrebbe sostituire le catene di approvvigionamento globali.

La fotografia è di James Chou.

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